⚜️ Sant’Agata, firmato al Comune il protocollo d’intesa per l’avvio del percorso che porterà alla candidatura della “Festa di Sant’Agata” a patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco.
📝 Alla firma del documento, nella sala giunta di palazzo degli Elefanti, hanno preso parte i vertici delle quattro istituzioni cittadine coinvolte nel progetto: il sindaco Enrico Trantino, l’arcivescovo metropolita Luigi Renna, il rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo e il presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata, Carmelo Grasso con gran parte dei componenti l’organismo, il parroco della Cattedrale Barbaro Scionti, esponenti del mondo della cultura e dell’informazione. Ha partecipato all’incontro anche il professor Pier Luigi Petrillo, direttore della Cattedra Unesco in Patrimonio culturale immateriale e Diritto comparato dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, che è intervenuto in collegamento da remoto.
🔍Nel protocollo si legge: “Il carattere di eccezionalità e universalità della Festa è intrinseco alla sua stessa dimensione di eredità culturale autentica e profonda della città di Catania. Questo legittima e incoraggia a raccogliere sentimenti popolari e ragioni culturali per promuovere finalmente la candidatura della Festa di Sant’Agata come Patrimonio immateriale dell’Umanità.”
🗣Il sindaco Trantino ha sottolineato l’importanza del percorso che si sta avviando: “Sarà il Ministero della Cultura prima, e poi l’Unesco, a stabilire se abbiamo diritto a questo riconoscimento. Ma la proposta è già di per sé fondamentale per valorizzare il nostro patrimonio, non solo dal punto di vista religioso, storico e culturale, ma anche per far comprendere quanto Sant’Agata debba essere un fattore di unione e coesione sociale in una città che ha vissuto troppo a lungo in uno stato di frammentazione. I cittadini sanno che Sant’Agata è la nostra patrona, ma spesso vivono la devozione soltanto in occasione delle date tradizionali – il 3, 4, 5 febbraio e il 17 agosto. Questo riconoscimento darebbe un ulteriore impulso a percepirla come presenza costante e significativa nella vita culturale e sociale della città, stimolando un senso di appartenenza che duri tutto l’anno.”
🗣L’arcivescovo Luigi Renna, ha evidenziato il prestigio internazionale della candidatura: “È un grande onore pensare che la festa di Sant’Agata possa essere proposta come Patrimonio dell’Umanità. È un patrimonio immateriale, ma questo aggettivo non ne sminuisce il valore: lo amplifica, perché mette al centro la Santa, il popolo, la fede viva. Da questo punto di vista, la festa ricorda il Cammino di Santiago: la meta è la Santa, il cammino è la processione, l’incontro tra le persone è l’essenza di tutto.”
🌐 Il documento siglato fa riferimento anche al contesto culturale e territoriale unico della Festa di Sant’Agata. La Sicilia, infatti, può vantare già sette Patrimoni materiali Unesco, quattro immateriali e due Geoparchi.
🌋 Il culto agatino e la sua celebrazione si inseriscono in modo naturale e coerente in questo quadro, legandosi strettamente a due patrimoni già riconosciuti: le “Città Tardo Barocche del Val di Noto” e l’“Etna”, entrambi scenari storici e geografici in cui si svolgono molti degli eventi legati alla Santa.
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📝 Alla firma del documento, nella sala giunta di palazzo degli Elefanti, hanno preso parte i vertici delle quattro istituzioni cittadine coinvolte nel progetto: il sindaco Enrico Trantino, l’arcivescovo metropolita Luigi Renna, il rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo e il presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata, Carmelo Grasso con gran parte dei componenti l’organismo, il parroco della Cattedrale Barbaro Scionti, esponenti del mondo della cultura e dell’informazione. Ha partecipato all’incontro anche il professor Pier Luigi Petrillo, direttore della Cattedra Unesco in Patrimonio culturale immateriale e Diritto comparato dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, che è intervenuto in collegamento da remoto.
🔍Nel protocollo si legge: “Il carattere di eccezionalità e universalità della Festa è intrinseco alla sua stessa dimensione di eredità culturale autentica e profonda della città di Catania. Questo legittima e incoraggia a raccogliere sentimenti popolari e ragioni culturali per promuovere finalmente la candidatura della Festa di Sant’Agata come Patrimonio immateriale dell’Umanità.”
🗣Il sindaco Trantino ha sottolineato l’importanza del percorso che si sta avviando: “Sarà il Ministero della Cultura prima, e poi l’Unesco, a stabilire se abbiamo diritto a questo riconoscimento. Ma la proposta è già di per sé fondamentale per valorizzare il nostro patrimonio, non solo dal punto di vista religioso, storico e culturale, ma anche per far comprendere quanto Sant’Agata debba essere un fattore di unione e coesione sociale in una città che ha vissuto troppo a lungo in uno stato di frammentazione. I cittadini sanno che Sant’Agata è la nostra patrona, ma spesso vivono la devozione soltanto in occasione delle date tradizionali – il 3, 4, 5 febbraio e il 17 agosto. Questo riconoscimento darebbe un ulteriore impulso a percepirla come presenza costante e significativa nella vita culturale e sociale della città, stimolando un senso di appartenenza che duri tutto l’anno.”
🗣L’arcivescovo Luigi Renna, ha evidenziato il prestigio internazionale della candidatura: “È un grande onore pensare che la festa di Sant’Agata possa essere proposta come Patrimonio dell’Umanità. È un patrimonio immateriale, ma questo aggettivo non ne sminuisce il valore: lo amplifica, perché mette al centro la Santa, il popolo, la fede viva. Da questo punto di vista, la festa ricorda il Cammino di Santiago: la meta è la Santa, il cammino è la processione, l’incontro tra le persone è l’essenza di tutto.”
🌐 Il documento siglato fa riferimento anche al contesto culturale e territoriale unico della Festa di Sant’Agata. La Sicilia, infatti, può vantare già sette Patrimoni materiali Unesco, quattro immateriali e due Geoparchi.
🌋 Il culto agatino e la sua celebrazione si inseriscono in modo naturale e coerente in questo quadro, legandosi strettamente a due patrimoni già riconosciuti: le “Città Tardo Barocche del Val di Noto” e l’“Etna”, entrambi scenari storici e geografici in cui si svolgono molti degli eventi legati alla Santa.
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